Dieta senza scorie: a cosa serve? Quali alimenti include?

Quando si parla di dieta senza scorie si può pensare a un regime alimentare sano e adatto per tutti. In realtà, si tratta di un regime alimentare che viene consigliato a coloro che presentano un’esigenza specifica, che soffrono di particolari patologie oppure che devono affrontare degli esami specialistici e interventi chirurgici.

In alcuni casi, può sorgere la necessità di dovere tenere l’intestino libero e pulito adottando alcune regole alimentari che prevedono un basso apporto di fibre. Seguire un regime alimentare povero di scorie vuol dire, infatti, ridurre al minimo il consumo delle fibre alimentari, nonostante queste siano molto importanti per il benessere dell’organismo.

Le fibre sono una componente importante della nostra quotidiana alimentazione, specie nella dieta mediterranea. Il loro consumo fa parte delle buone abitudini alimentari, utile per potere aiutare a sostenere il corretto funzionamento dell’organismo.

In alcuni casi però, può essere necessario dovere intervenire con delle limitazioni di tutti quegli alimenti che sono ricchi di fibre. Una dieta povera di fibre può essere utile per pulire l’intestino prima di ritornare a un’alimentazione varia e completa.

Cos’è e come funziona la dieta senza scorie?

La dieta senza scorie è un approccio dietetico che limita il consumo delle scorie alimentari. Queste sostanze sono contenute in parte, in alcune tipologie di alimenti che introdotte nel nostro organismo, durante i pasti, non vengono sottoposte a processi digestivi. Le scorie, quindi, restano all’interno del tratto gastrointestinale contribuendo alla formazione delle feci.

Una dieta povera di scorie si identifica con una dieta povera di fibra alimentare, ovvero un insieme di componenti vegetali la cui struttura chimica sembra essere resistente all’azione svolta dagli enzimi digestivi. Nel loro complesso, le fibre possono svolgere all’interno del nostro organismo una serie di importanti e diverse funzioni che possono avere dei possibili effetti benefici sulla salute.

Nonostante questi possibili effetti benefici, può essere necessario apportare delle modifiche all’alimentazione giornaliera, seguendo i consigli di un esperto nutrizionista, diminuendo l’apporto delle fibre vegetali. Lo scopo di queste modifiche consiste nel ridurre l’attività intestinale.

A chi serve questa dieta?

La dieta a basso residuo o dieta senza scorie è un’alimentazione povera di fibre che può essere utile ai fini diagnostici e terapeutici. La dieta senza scorie è quindi, un regime alimentare a basso residuo, un approccio dietetico transitorio. La durata di questo trattamento solitamente è breve, nonostante possa variare in base alle proprie esigenze personali.

Viene consigliata in casi e condizioni patologiche particolari, sia transitori che non. Tra le possibili cause possiamo trovare: sindrome del colon irritabile, diverticoli, morbo di Crohn, colite ulcerosa, colonstomia, ipercolesterolemia, meteorismo, enterocolite. 

Come si può ben immaginare, una dieta senza scorie è una precisa indicazione medica dove uno specialista può stabilire con certezza, in base al quadro clinico, quali alimenti possono essere consentiti e quali evitare, garantendo il giusto apporto di tutti i micro e macro nutrienti necessari.

Cosa si può mangiare?

Le scorie alimentari sono parte di cibo che il nostro organismo fatica ad assimilare. Queste componenti tendono a depositarsi e accumularsi all’interno dell’intestino dove solitamente vengono espulse insieme alle feci. La buccia della frutta, i semi, le parti della verdura, il grasso dei salumi sono esempi più comuni di scorie alimentari.

Molte di queste sostanze possono essere eliminate ad esempio, sbucciando la frutta oppure eliminando i semi. Per altri alimenti, l’unica soluzione potrebbe essere quella di diminuirne o sospenderne il consumo.

Tra i prodotti senza scorie troviamo: la carne bianca o rossa magra, il prosciutto crudo, il pesce, i cereali e derivati non integrali, il latte scremato, i formaggi freschi, l’olio d’oliva, la pasta di semola bianca, il miele, l’acqua naturale, il succo di frutta filtrato, lo yogurt al naturale, le patate bollite, le uova, il tè, la camomilla, le tisane e le bevande decaffeinate.

Quali cibi evitare?

La lista dei cibi che contengono scorie alimentari sembra essere molto lunga, ma tra le principali tipologie di alimenti appartenenti a questa categoria possiamo trovare: i fagioli, i legumi, le verdure crude, il succo di frutta, i tessuti nervosi delle carni animali, le noci, i semi oleosi, la pasta o il riso integrale, la carne di maiale, gli insaccati e i salumi, i formaggi stagionati o fermentati, la farina integrale e i suoi derivati, la panna e il burro, i molluschi ei  crostacei.

Anche i cibi come marmellata, dolci, gelato e cioccolato sembrano essere sconsigliati se si vuole intraprendere un regime alimentare privo di scorie. Il motivo sembra essere legato alla loro assunzione e digestione che può richiamare nell’intestino molta acqua. E’ bene ricordare che la scelta di seguire questo regime alimentare deve essere consigliata da un medico in presenza di particolari esigenze.

I metodi di cottura consigliati

Nella gestione di una dieta priva di scorie, la cottura è un aspetto importante da non sottovalutare. Solitamente è necessario ridurre al minimo l’assunzione di sostanze tossiche che possono derivare da alcuni metodi di cottura, che per via dello scarso apporto di fibra non possono essere espulse facilmente dall’organismo. Quindi, sarebbe preferibile evitare oltre alla frittura metodi aggressivi come la grigliatura e prediligere, invece, la bollitura e la cottura a vapore.

Quando seguire questo regime alimentare?

Questa dieta può essere necessaria quando ci si deve sottoporre ad esami come colonscopia o ecografia dell’addome, per una preparazione pre intervento chirurgico, a seguito di una forte diarrea, quando si soffre di patologie come enterocolite, colite, diverticolite, meteorismo grave e morbo di Crohn.

Generalmente, la sua adozione avviene nei 4 giorni che precedono gli esami e la durata di questo regime alimentare può dipendere dal motivo per il quale viene suggerita dal medico. Se il motivo della preparazione è un esame o intervento chirurgico, la durata può variare da 3 a 7 giorni, affinché l’intestino sia ben pulito. Se invece, il motivo è legato a una prolungata diarrea oppure a un intervento chirurgico all’intestino, sarà necessario dovere proseguire finché il transito intestinale non si sarà normalizzato.

Questa dieta non può essere utilizzata al fine di perdere peso. Un regime alimentare ipocalorico deve prevedere il consumo di alimenti con alto contenuto di fibre che possano aiutare a raggiungere il senso di sazietà e mantenerlo più a lungo possibile. In ogni caso è sempre bene rivolgersi a un medico specialista o nutrizionista.

Quali possono essere i possibili benefici e gli svantaggi?

I possibili effetti benefici derivanti da un regime alimentare privo scorie possono essere connessi alla disintossicazione e alla pulizia dell’intestino dalle sostanze tossiche accumulate. Questo regime alimentare:

  • può aiutare a favorire la pulizia del tratto digerente;
  • può aiutare a limitare il possibile rischio di possibili infiammazioni oppure alterazioni provocate da un accumulo di sostanze di scarto nell’intestino.

Il possibile svantaggio è che a lungo andare questa alimentazione può portare a possibili gravi carenze alimentari che derivano proprio dall’assenza delle fibre, ma anche di altre sostanze nutritive importanti che sono presenti negli alimenti esclusi come le vitamine e i sali minerali della frutta e verdura.

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